Atto di venerabilità

della Serva di Dio Elena Silvestri

DECRETO SULLE VIRTÙ

"La Serva di Dio Elena Silvestri camminò nella carità e con il cuore pieno di amore per il Signore e per il prossimo, seguì gli esempi e gli insegnamenti del Divino Maestro e cooperò generosamente alla costruzione del Regno di Dio, dedicandosi alla promozione umana e cristiana delle fanciulle, delle quali fu madre e maestra. Questa donna saggia e pia nacque a Bassano del Grappa, in diocesi di Vicenza, il 4 febbraio 1839 da Carlo Silvestri e Caterina Masotti, coniugi sinceramente cristiani e di agiata condizione e economica. Lo stesso giorno della nascita ricevette in casa il Battesimo, nel 1847 il sacramento della Cresima e nel 1850 si nutrì per a prima volta del Pane eucaristico. Alla sua educazione provvidero egregiamente la famiglia e le Suore Figlie di Gesù che per alcuni anni la ebbero alunna nel loro collegio di Verona, dove fu stimata per la bontà, la pietà e l'intelligenza. Al termine degli studi tornò tra i suoi, che si erano trasferiti a Treviso e si perfezionò nell'arte della pittura per la quale aveva una spiccata attitudine; allo stesso tempo alimentò regolarmente la sua vita spirituale con i sacramenti, la preghiera, la devozione a Gesù Bambino e l'apostolato. Nel 1866 con familiari si stabilì a Venezia dove restò fino alla morte. Per qualche tempo fu fidanzata di un giovane che non la condusse al matrimonio perché non era riuscito a liberarsi da una precedente relazione. La Serva di Dio, sebbene ferita da questa esperienza, non si ripiegò su se stessa. ma trovò luce e forza nella preghiera e vide sempre più chiaramente quale fosse la volontà di Dio nei suoi riguardi: scrisse successivamente: "Fu allora che mi offersi tutta al Signore perché mi facesse tutta sua, e disponesse di me e delle cose mie per la sua gloria". Nel 1871 emise privatamente il voto di castità perpetua. Entrò a far parte di associazioni parrocchiali e, partecipando sempre più alle attività apostoliche della città, scoprì la situazione di inadeguatezza in cui versavano le Scuole della Dottrina Cristiana e, assieme ad alcune compagne, cercò di porvi rimedio. Si preoccupò in modo particolare delta educazione cristiana delle fanciulle povere e delle giovani operaie, molte delle quali erano così ignoranti in religione che non si erano mai accostate ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucarestia. Le riunì nella sua casa, le istruì nelle verità della fede e per prepararle alla prima Comunione compilò e stampò una guida catechistica. Crescendo la sua sollecitudine per il Regno di Dio, con il consiglio di alcuni religiosi della Compagnia di Gesù e la collaborazione della sorella Anna Maria fondò l’Opera di Gesù Bambino il cui scopo, come scrisse nel 1882 la stessa Fondatrice, era "aiutare con l'istruzione religiosa ben fondata, coi consigli, con esortazioni. ammonizioni ecc. le giovanette, principalmente del popolo, a conoscere Iddio e i propri doveri, onde condurle ad amarlo con tutto il cuore nell'adempimento fedele della divina sua legge. I mezzi che ci si presenterebbero migliori ad ottenere un tal fine sarebbero: offrire alle giovanette il modo di ammaestrarsi ed impiegarsi nei vari mestieri, che più convengono al loro sesso". Nella casa paterna aprì un piccolo laboratorio dove le giovani imparavano a cucire e a ricamare; poi, visto il buon esito dell'iniziativa, acquistò una nuova sede in cui si trasferì con la famiglia e inaugurò altre attività, compresa una scuola di mosaico sacro. Per dare continuità, stabilità e maggiore efficacia al suo apostolato fondò l'Istituto di Gesù Bambino, formato da signore che si dedicavano permanentemente all'educazione cristiana delle fanciulle, preparandole alla prima Comunione e ad un onesto lavoro. La Serva di Dio, con la fedele sorella Anna Maria e una compagna nel 1884 vestì l’abito dell'Istituto che, secondo il Regolamento, non doveva somigliare a quello degli Ordini o Congregazioni religiose, ma essere "secolare, semplice e uniforme". Il 16 dicembre 1886 i membri dell'lstituto emisero i voti, ricevendo un velo simbolico, l'anello e il crocifisso. Elena che si era consacrata al Signore fin dagli inizi della Fondazione, rinnovò i suoi voti, che osservò sempre con diligente impegno; in seguito emise anche altri voti al fine di progredire più speditamente nella via della perfezione. Il Patriarca di Venezia, Card. Giuseppe Sarto, sensibile alla formazione cristiana della gioventù, nel 1898 approvò le Regole dell'Istituto e, in date diverse, approvò pure la Pia Unione di Gesù Bambino e la Congregazione delle Madri Cristiane, fondate dalla stessa Serva di Dio. Il Signore benedisse l'apostolato di queste Opere e molte bambine e giovani divennero buone madri di famiglia, mentre altre si consacrarono in diversi istituti religiosi. La Serva di Dio fu per le compagne e per le discepole maestra di vita cristiana e modello di perfezione. Infatti, adempì fedelmente la missione che la Provvidenza le aveva affidato e irradiò attorno a sé il profumo delle sue eminenti virtù, esercitate con generosità, perseveranza e diletto spirituale. La luce della fede illuminò le sue parole, i suoi scritti e le sue azioni. Coltivò l'unione con il Signore, obbedì alla sua volontà, cercò a sua maggior gloria. Impiegò saggiamente i talenti che aveva ricevuto dall'alto. Aspirò alla santità, evitò il peccato. Nutrì la sua anima con la liturgia, la Parola di Dio, l'orazione, la devozione a Gesù Bambino, al Sacro Cuore di Gesù, all'Eucarestia, con la meditazione delle verità eterne. Amò Gesù Cristo come suo salvatore ed amico e per amore di Lui obbedì al vangelo. Lavorò assiduamente alla salvezza delle anime, incitò il prossimo a lodare e servire Dio, curò lo splendore del culto divino, fu docile alle autorità della Chiesa. Spinta dalla carità si prodigò per il prossimo e con tutti fu gentile, amorevole, paziente e misericordiosa. Aiutò i poveri, consolò sofferenti, visitò i malati, perdonò chi le aveva procurato difficoltà, ostacoli e dispiaceri. Fomentò l'amore fraterno, specialmente nella sua comunità; in una conferenza del 1899 raccomandava alle compagne: "Sia la nostra carità gentile, pronta, avveduta, cosicché sia ognuna sollecita nel sollevare dalle fatiche, nell'aiutare nell'assecondare i desideri anche non manifestati, sempre in quanto non si oppone alle Regole, e sia ognuna dolce nei modi e nelle parole, né mai risponda con uno sgarbo ad una cortesia e nemmeno ad uno sgarbo medesimo". Non confidò nelle sue forze, ma nella grazia di Dio, nella Provvidenza, nell'efficacia della preghiera. Donna forte ed umile, conservò la padronanza di sé e la pace interiore sia nei momenti lieti che nei moment difficili della vita. Praticò abitualmente la temperanza, la mortificazione, la povertà, l'obbedienza, la castità. Fu giusta verso Dio e verso il prossimo e attenta ai problemi delle classi più disagiate, specialmente delle giovani operaie e desiderò che la donna potesse raggiungere una piena maturità umana e cristiana; a questo compito dedicò la sua vita, affrontando volentieri fatiche e sacrifici. Agì con prudenza sia nella scelta del mezzi più idonei per la sua santificazione sia nel governo dell'Istituto che aveva fondato. Con semplicità ricorreva al consiglio di persone sagge e faceva precedere le decisioni più importanti da prolungati colloqui con il Signore. Conosciuta la volontà di Dio, era coraggiosa nelle iniziative apostoliche ed energica nella direzione delle sue opere. Nel corso della sua vita si preparò diligentemente all'incontro definitivo con il Signore, che la chiamò a sé dopo una dolorosa malattia, durata una quarantina di giorni. Si incamminò verso la dimora eterna pregando e offrendo a Dio le sue molte sofferenze. Con la lampada accesa lasciò questo mondo il 12 marzo 1907, circondata dall'affetto, dalla stima e dalla venerazione delle sue figlie spirituali. Negli anni successivi alla morte della Serva di Dio il suo Istituto secolare si trasformò nella Congregazione delle Ancelle di Gesù Bambino. La Causa di beatificazione della Fondatrice, la cui fama di santità era cresciuta nel corso del tempo, fu iniziata presso la Curia di Venezia con la celebrazione, negli anni 1959-1964, del Processo Ordinario informativo, la cui validità giuridica fu riconosciuta dalla Congregazione della Causa dei Santi con decreto del 8 gennaio 1991. Ultimata la Positio, si discusse come di consueto, se la Serva di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù. Il 4 aprile 1997 si tenne, con esito positivo, il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi. I Padri Cardinali e Vescovi, nella Sessione Ordinaria del 9 novembre 1999, essendo Ponente della Causa l'Ecc.mo Mons. Lorenzo Chiarinelli, Vescovo di Viterbo, hanno riconosciuto che Elena Silvestri ha esercitato in grado eroico tutte virtù teologali, cardinali ad annesse.

Madre Elena oggi suggerisce:

I dolci della festa sono simbolo di quella vera dolcezza che il Divino Agnello, a cui siamo legate, ci farà gustare e di tutte quelle che godremo perseverando nel servizio.